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Scritti Poetici

(1959/2016)
Le foto che accompagnano le poesie sono di Giovanna Consorti

 

SIENA,DOMENICA 8 NOVEMBRE 1959
È “buffo” come a volte si incontrino persone sconosciute
che non si può fare a meno di guardare e con non poca disinvoltura,
anzi con un’attrazione naturale, un’ intesa amichevole che nasce sull’istante.
Quando ci si allontana dalla nostra casa, si allarga il cerchio della nostra immaginazione aprendo gli occhi intorno a noi.
Avvengono delle continue selezioni di ciò che abbiamo l’occasione di osservare senza adoprare affatto la nostra volontà né l’intelligenza.
Penso che sia la nostra natura animalesca che agisce in questo.
A volte capita addirittura di affezionarsi a persone che non fanno parte
assolutamente della nostra storia e che non lo faranno mai, che si vedono
per una volta e poi non si vedranno mai più; s’incontrano in treno
o in un ristorante o in un albergo o in un caffè.
Mi è capitato di amarle d’improvviso e di provare un immenso dolore
quando non si può più partecipare a cose comuni, rese tali dal caso
e ognuno va dritto per la propria strada impossessandosi solo … di un’ immagine.
Tante possono essere le persone che piacciono, ma ognuna presenta interessi nuovi
E ognuna si ama in un modo diverso.




LUNEDI' 30 LUGLIO...
Lunedì 30 luglio, grigio, pesante, pieno di dolore negli occhi,
di invidia per coloro che sanno concludere,
per coloro che sono certi di ciò che vogliono.

Vorrei sapere perché la gioia dolcissima, splendida, illimitata
che fa sperare e intravedere altra gioia subito dopo, non si può ritrovare cosi facilmente.
Essa è breve malgrado io non affretti il suo canto ma sostenga la sua paradisiaca lentezza;
essa sfugge, forse nelle ombre della sera; l'ho sentita scivolare dal mio corpo
come acqua che raffredda senza bagnare.
(1962)




E TANTO TANTO TEMPO
E tanto tanto tempo
che la tristezza preme il mio cuore;
ed io irrigidisco il mio cuore perché la respinga;
ne faccio un pezzetto di pietra, quasi
un gusciolino di tartaruga
ché non possa essere schiacciato.
Ma il cuore ne soffre.
Amorosa ingenuità, che intiepidivi il cuore
si tanto da farlo palpitare e guizzare
come un pesciolino nell'acqua senza paura;
che lo facevi paziente, sorridente e morbido
come una lumachina nella strada!
Il tormento del mio cuore!
Ma io so forse la ragione del mio tormento?
Possa divenire io premurosa, umile, buona
come pure a volte sento che
la premura, l'umiltà, la bontà
in me ci sono.
(1964)








giardini con sassi

SCOIATTOLINO GUGO
SCOIATTOLINO GUGO
Graziosissimo piccolo cuore
di pettino immacolato,
piuma di pulcino,
un morbido canto d' autunno
vola con l' ombra del baleno;
nei tralci appassiti di vite
si chiusero manine di gnomo.
Vortice d' aria azzurrina fuggente
specchio del fugace tuo salto,
luce inghiottita,
orlo di rame,
sotto la bruma che avanza
scorre un fiume di nostalgie.
(15 Ottobre 1976)




LUNEDÌ 5 LUGLIO (MATTINA)
Quando il silenzio
è così carico di solitudine
tutto sembra morire intorno.
Vorrei non morire io
ancora una volta
insieme a tutte le cose.
Ad una ad una le ho salutate,
su ognuna ho appoggiato
il mio sguardo, la mia voce,
il mio pianto.
Non le dimenticherò mai.
Non dimenticherò la verità vissuta,
l' innocenza,
la purezza di un gesto spontaneo.
Ma la vita
trascina e travolge
le fragili ali di falene.
Povere, care immagini
vi tengo nel mio cuore
soffocato, irrigidito
da mille distorsioni.



foto
(POMERIGGIO)
Il grano secco,
mazzo di bronzo
sotto il bianco giorno
ha tese le stanche teste di spiga
pronte alla morte.
Ormai qui
a Bibbiano
il profumo della terra cotta
ha dimenticato
il vento
che invitava a correre con i compagni;
pazze corse su per le colline
ondeggianti di giovinezza
allora il vento giocava
come un bambino
con l' amore della madre,
flessibili, teneri
gli intrecciati abbracci
come steli di giunco.
La loro felicità
si accendeva
con la fiamma dei papaveri.
(1982)



foto









Ritratto Walter, carboncino, 40x30cm
Ritratto Walter, carboncino, cm 40x30, 1990
IMPRESSIONI DOPO L’ ULTIMA GITA IN MOTO CON W.
Ho sentito il rombo, la tensione, lo stordimento della velocità in moto
ho visto la mobile geometria dei giovani pioppi,
ho visto le zolle grige sbriciolate sui curvi pendii,
ho sentito l' aria tepida e profumata nelle salite al sole,
ho visto il viola dell' erica fiorita sparsa sui greppi di tutti i boschi,
ho visto i casolari in luoghi magici,
ho visto i mostri nelle rocce di Piloni e Torniella,
ho sentito di avere le ali nella foresta del Belagaio,
ho fatto collezione di terre colorate in un vasto spazio arato,
ho visto un aquilone di uccelli,
ondeggiare ora più chiaro ora più scuro nel cielo,
tirato con un filo invisibile dal fantasioso volo di un protagonista,
ho visto i profili lontani di paesi e montagne,
ho visto i girasoli appassiti sul gambo d' oro,
ho visto le drammatiche ferite dei calanchi,
ho visto le grige crete riposare conposte su un talamo antico,
ho visto le loro ombre scritte dal raggio radente del sole
come una testimonianza del tempo,
ho seguito un ritmo disegnato nel celeste:
un movimento straordinario di punti neri
concentrati in uno spazio e rarefatti poi in uno più grande:
insiemi, nuvole , crittogrammi.
In moto a sera si chiude l' anello,
sazi i miei occhi curiosi,
quasi si chiudono ormai
strisciando a valle terre rosso-arancio-bruciate:
sorgo?
(26 Settembre 1988)




Giovanna Consorti



4 NOVEMBRE (GATTO-SABINO)
Il roseo cotto infuocato a mezzogiorno
porta ancora la traccia del tuo mantello
color sabbia,Sabino!
Imprigiona la pigrizia del tuo lungo riposo
(1989)




CAPALBIO
Luce calda e intensa stordisce
i sensi in abbandono sulla sabbia;
all' ombra delle palpebre l'occhio
conserva fili luminiscenti,
coro monodico all' orizzonte.
La sabbia nera e bianca
è un deserto in miniatura,
Il turchese si esalta nel cielo incolore.
Tutto tende a fiaccare, assopire...
un incanto che dura poco...
il corpo pesante imita
il torpore della morte.
(18 Luglio 1992)







Capalbio


Capalbio
BELLUNO
Luce abbacinante
sferza la vista
avida
di spazi vertiginosi!
Lame di raggi
pungono la fronte
e oscurano il sentiero.
Grandiosità sovrana ingoia i sensi.
Con le mani tocco la pietra,
ghiaccio di luna
in una vetrosa presa.
Solo la bellezza
oltrepassa la paura:
una natura -monumento
incunea l' orrido gigante
restituendole il sacro.
(9 Agosto 1994)




LORO CIUFFENNA
Alba livida
bianco-grigio di cristallo
si posa sulle umide trine
di erbe incolte.
E’ tempo di andare!
La strada separa le diverse contrade.
Le case rimangono vuote.
In alto sulla collina
aleggiano sospiri desideri sogni
permanenti.
Laggiù nei pressi dell' autostrada
le periferie segnate da mille passaggi
imprimono nel cuore
la triste separazione.
(21 Novembre 1995)








fiore Giovanna Consorti








fiore Giovanna Consorti
VOGLIO RIPERCORRERE LE STRADE
Voglio ripercorrere le strade
dove ho cercato
negli spazi vuoti
l' intimità della luce
la carezza dell' ombra.

Voglio ripercorrere le strade
dove ho combaciato
i miei silenzi
sui selciati di pietra serena
sulle mura delle case
con le finestre chiuse
attraverso i cancelli
di giardini abbandonati.

Voglio ripercorrere le strade
dove ho nascosto
il levigato pallore
e ho chiuso gli orecchi al mondo
fermando il tempo.

Voglio ripercorrere le strade
dove ho guardato
la mia tristezza ad occhi aperti
dentro il confine di casa
alleggerita fuori sulla soglia
dalle nuvole e il sereno
spiando gli altri al posto giusto
vivi dentro la giovinezza.

Voglio ripercorrere le strade
dove ho sentito
nella gola il cuore placarsi
del suo battito scomposto
ricomponendo nel petto il mio respiro.

Voglio ripercorrere le strade
dove per qualche istante ho sognato
senza dare risposte alle mie domande
solo fissando il vuoto
quasi nell' oblio di me
lontano dalla gente.
(24 Giugno 1998)




FINESTRA
Bianca luce sforante
dall' intrigo dei rami
del gelso ancora messo a nudo
dal passato inverno.
Come dentro il binocolo
la potenza dell' immagine
si espone con la magia del microcosmo.
Le rondini nel cielo dietro
fanno il giro della morte
lanciate come giavellotti:
pugnali senza sangue
del dolore del mondo.
(2 aprile 1999)




fienstra Giovanna Consorti
appesaggio
STRADA DI POGGIO THEO
Luna, era così bello venirti incontro
ed ora già devo voltarti le spalle.
L' abbaio nella notte
è un avvertimento sinistro.
Ancora ti guardo!
Luna piena che sorgi
il tuo morbido fluido
lenisce la mia oppressione.
La tua autorità rassicura.
Ho un fuoco di avversione nel petto,
lo sento bruciare.
Luna, proteggimi dal male
perdonalo, perdonami.
Portagli il mio amore!
(12 Ottobre 2000)




PUNTA ALA
Nessun quadro d' autore
è pari a quello visto stamani
nell' indaco espanso
pulviscolo ombra-luce
infinito leggero sopra
il mare smaltato di rosa
mobile fluida tesa
pellicola di seta
coprente il denso ceruleo.
Gradazioni sottili
eppur in lontananze abissali
dilatazione dell' infinito
in un tutto mite, accogliente.
Il mio corpo
lo stesso sangue
dei colori evanescenti
sopra, sotto, dentro
vibrazioni di materia fluida
senza tempo
(30 Maggio 2000)











Dipinto Giovanna Consorti
IN TRENO
Il treno mi porta via
oltre il confine di spine
come in un volo
si scioglie il mio nodo
e stretto trasale
un moto pungente
ma gli umori del pianto
scintillano di gioia.
(26 Dicembre 2001)






DOPO LA MORTE DI FABRIZIO
Capitano a volte delle cose così speciali,
che solo per quelle la vita vale la pena di essere vissuta.

Una coltre di terra copre il tuo letto
al primo freddo d'autunno.
Dal Lotto al otto

Corrispondere della parola morte a MORIRE
solo quando si ama si capisce che cosa vuol dire.

Sono tante le cose che non capisco
più di quelle che capisco
eppure
non vedo solo quello che vedo
non sento solo quello che sento:

è triste voltare le spalle al tramonto.
Il tramonto!
La tua più grande attrazione,
forse un sospirato timorato riposo
il nulla del tempo trascorso invano!

Ho guardato il cielo rosa
con i tuoi occhi stasera
ho respirato l'aria con i tuoi polmoni stasera
le tue braccia sono divenute le mie braccia
mentre ho teso i panni stasera!

Il silenzio della mia voce
sofferto conflitto
con la parola:"amore"
povertà dei miei gesti stanchi
alle richieste di aiuto
infido dubbio giustificante
la mia indifferenza.

Lo sguardo
mio messaggio d'amore
lo vedi.
(15 Settembre 2004)













fabrizio







fabrizio



solitudine
SOLITUDINE
Dentro il presente
non lamento l'estraneità
delle genti intorno
gaudenti con leggerezza
un giusto premio di sole.
Dentro la diversità
appago la mia natura ritrosa
assente da condivisioni.
Dentro l'ignoranza
prendo ciò che appartiene
ormai alla mia vita reale.
(Calaviolina Giugno 2005)




MATTINO SUL MARE
Palpitante reticolato iridescente
dei raggi di sole
sfondo dell'ozio
il mare lambisce il ricordo
suggerisce un sorriso
non sempre raccolto.
Esclamazioni!
Imperativi.
frammenti di voci sovrapposte
nello spazio caldo
quali umori
di differenti frustrazioni.
Il rimando dal mare
di grida esagerate
frange il riso teatrale dei bambini.
...ma al primo mattino
la purezza del mare
resta un miracolo reale.
(Calaviolina Giugno 2005)








mattino sul mare


3 MARZO 2011
Bastava andare senza fermarsi, camminavo con passo quasi marziale sempre avanti
fin giù nel bosco.
Calpestavo le foglie slittando nel fango a rischio di cadere con ancora la voglia di allontanarmi
verso i campi incolti infilando a caso fra tanti un piccolo ondulato sentiero traccia notturna
di animali selvatici.
Più là c’è la vecchia strada di pozzanghere in valle, poi sale in un impervio massicciato di sassi.
Sempre suonata nel mio passo robusto quasi cercavo la grande fatica prima di un ignoto traguardo.
Lì il mio andare assomigliava a un ritorno: infatti trovavo le terre abbandonate delle mie passeggiate stagionali care ai miei soliloqui.
Ormai accaldata nonostante l’aria sferzante, col fiato umido, i vestiti pesanti, ancora senza occhi
per guardare fuori, solo con l’inesorabile spinta ad andare in cima.
Ad un tratto ad occhi spalancati, con timore, ho guardato le prepotenti forme delle querce.
Eccone una madornale: contro il cielo i rami nodosi … un groviglio indecifrabile come i miei pensieri incombenti.
Continuo a cercare, inquadrare, allontanare le forme invadenti, un brivido mi attraversa,
una folata di mistero nell’aria che si scolora e tinge di nero gli indemoniati rami solo per un istante
visti come serpenti.
Resterei ancora a guardare, a resistere la paura della notte, vorrei stare dentro la notte
e lo farei se avessi con me una torcia per riattraversare il bosco .
Via!Via!! ora è tempo di tornare, avessi le ali !!! ora ho furia di tornare,
è una sfida non essere sorpresa dal buio.




Giardino Giovanna Consorti